L'avviso di adozione della Variante n.1 del Piano di Governo del Territorio (ex Piano Regolatore), votata nel consiglio comunale del 22 marzo scorso, è stato pubblicato ieri.
La documentazione sarà visionabile presso gli uffici per 30 gg..
Nei 30 giorni successivi sarà possibile sottoporre le proprie osservazioni.
La mia posizione sulla variante al PGT
Al di là del merito delle singole aree di trasformazione previste dal piano, che dovrebbero essere discusse in dettaglio e con la piena collaborazione di chi conosce al meglio la normativa e i documenti, quello che io contesto, e che ho contestato in consiglio comunale, è l'assoluta incoerenza delle trasformazioni previste con le premesse dello stesso PGT e con il programma amministrativo di questa giunta, presentato e approvato dal consiglio comunaleAnche da punto di vista della partecipazione c'è molto da dire: se anche i cittadini più attenti e preparati e che hanno partecipato alle assemblee pubbliche, non hanno capito cosa stava succedendo, forse qualche dubbio sulla qualità della comunicazione dovrebbe venire. Per non parlare poi dei rapporti con le altre forze politiche: alle assemblee pubbliche sono stai invitati tutti gli operatori, le associazioni del territorio, le società sportive.... ma non le forze politiche e neanche i consiglieri comunali.
La discussione in consiglio comunale
è stata piuttosto accesa (è possibile ascoltarla qui. La presentazione della variante PGT inizia a 1h 11'. La fase di domande a 1h 56'. Il dibattito a 2h55'.)
Qui un riassunto del mio intervento tratto dal verbale:
La
variante in discussione non ha sostanzialmente modificato l’impianto del Piano
di Governo vigente: in particolare dei 5 macro obiettivi è stato
modificato solo il primo, che da “Città dell’abitare” è diventato
“Ricostruire la città”.
Nella
parte introduttiva della relazione viene detto che troppo presto per
dare una valutazione
del PGT vigente; io credo che questo sia svicolare un po’ il
problema.
Ricordiamoci
che il PGT vigente ha subito un iter abbastanza complesso (e sappiamo
le ragioni), ma che di fatto è partito con la prima pubblicazione
del Documento di Piano nel 2012; poi questo
iter
si è interrotto ed è ripreso fino all'approvazione definitiva nel
2014.
Perché
mi riallaccio al 2012? Perché in realtà gli ambiti di
trasformazione previsti dalla variante non sono cambiati, sono sempre
gli stessi, e purtroppo dobbiamo notare che di fatto in questi cinque
anni non è partito praticamente nulla, se non un’area, che era
l’unica che prevedeva un consumo di nuovo suolo (via Salvini).
Già
questo dovrebbe far scattare almeno un piccolo commento e dire: il
Piano, così com’era costruito, aveva l’obiettivo di consentire a
Trezzano di ritrasformarsi e rigenerare le aree dismesse e
semi-abbandonate, ma in realtà su queste 20 aree non si è avviata
nessuna riqualificazione.
Il
Sindaco ci dice nella sua presentazione che in realtà lui vede dei
segnali di ripresa e
che
eventualmente, se questi segnali si concretizzeranno potremo anche
pensare a nuove
varianti,
ma anche in questo io vedo una piccola mancanza di capacità
progettuale:
dobbiamo
aspettare che siano gli operatori a proporci come verrà costruita la
nostra
città?
Se
andiamo poi ad analizzare quelli che sono definiti i progetti
strategici, quindi il Parco lungo l’asse del naviglio, la ciclo-pedonale nord-sud e la strada Parco, di tutti questi grandi
progetti strategici non si è visto proprio niente: questo dovrebbe
forse essere un altro
elemento
che avrebbe dovuto farci riflettere e avrebbe meritato qualche
commento.
Nelle
presentazioni fatte alla cittadinanza, anche quella del 13 dicembre,
la ciclo-pedonale Trezzano-Cusago, viene addirittura definita in fase
di realizzazione,, quando è già stata tolta dal bilancio preventivo
l’anno scorso. Nelle opere in fase di realizzazione si parla
dell’asilo nido di via Tintoretto, che sicuramente è una cosa
molto importante e interessante però, guarda caso, ancora una volta
stiamo parlando di consumo di suolo e forse sarebbe utile anche qui
riflettere sul fatto che
l’operazione
del nido di via Tintoretto deriva addirittura dal Piano Regolatore
previgente,
cioè da degli accordi, delle convenzioni scritte credo più di dieci
anni fa.
Questo
dovrebbe essere un segnale di come i tempi di realizzazione delle
opere pubbliche
connesse
alle aree di edificazione, spesso sono piuttosto lunghe e ritardate
rispetto alle
realizzazioni
delle abitazioni.
Ho
paura che, anche se mi auguro di sbagliarmi, le aree di
trasformazione delle zone industriali ce le terremo sul gobbo ancora
parecchio.
La
novità della variante sono le due grandi aree di intervento:
ex-Demalena e Cascina Antonietta.
Demalena
è un ambito sicuramente molto degradato all'interno della città,
però credo
anche
che l’operazione che si sta proponendo rischia di portare nei tempi
brevi a una
valorizzazione
dell’area, che di fatto acquisirà dei diritti edificatori, ma non
è detto che
ci
sia una garanzia dell’effettiva trasformazione dell’area nel
senso in cui vorremmo.
Senza dimenticare che stiamo parlando dell’edificazione di palazzi che
Senza dimenticare che stiamo parlando dell’edificazione di palazzi che
potrebbero
essere di 6-7 piani e dell’insediamento, non ricordo
perfettamente,
ma credo di più di 400 persone con tutti i problemi viabilistici
connessi. Io non
credo
che questa potrà essere una soluzione, quando mai sarà realizzata,
che può
veramente
aiutare Trezzano a risolvere i suoi problemi.
Peggio
ancora l'ambito di Cascina Antonietta, che viene definito, tutto
l’ambito di trasformazione, non una parte dell’ambito, come area
di degrado; questa definizione viene ripetuta tante
volte
nei documenti che la ritroviamo anche nel commento fatto dal Parco
Sud.
In
realtà dobbiamo ricordarci che l’area di Cascina Antonietta
(totale 62.650 metri quadri) è divisa in due sub comparti: uno di
circa 18.000 metri quadri, che comprende quell'area dove una volta
c’erano otto campi da tennis in terra battuta e l’area
dell’attuale ristorante, che non è per niente degradata: il
ristorante funziona e funziona piuttosto bene. Intorno ci sono un
paio di edifici degradati, ma comunque, considerando degradato tutto
il sub-comparto stiamo parlando di 18.000 metri quadri.
Il secondo sub-comparto è costituito da 45.000 metri quadri di terreno
agricolo, cioè di terreno
dove
adesso hanno seminato frumento – io non me ne intendo, ma immagino
che sia
frumento,
o comunque un cereale. Un’area assolutamente indistinguibile da
tutti i campi circostanti, per cui definire degradata quest’area mi
sembra quantomeno improprio. Tanto per dare un parametro a chi magari
sta ascoltando e vuole avere un’idea, 45.000 metri quadri sono una
decina di campi di calcio, forse 7-8 campi di serie A ci stanno in
un’area del genere.
Quindi
tutti questi bei propositi di non consumo di suolo, ricostruire la
città, eccetera,
uno
poi va a ricercarli nelle aree di trasformazione e il totale di tutto
che cos’è? E’ che
noi
sacrificheremo 45.000 metri quadri di terreno agricolo e anche un
commento su
questo
aspetto forse sarebbe stato quantomeno corretto, a fronte della
riqualificazione di
quella
piccola parte di area che attualmente è degradata; certo che fa un
po’sorridere per
recuperare
18.000 metri quadri dove c’erano i campi da tennis, quindi non
credo che sia
un
gran problema recuperarla, sacrifichiamo 45.000 metri quadri di
terreno agricolo.
Anche
sulla riqualificazione della viabilità e degli svicoli della
tangenziale che deriverebbero dal progetto ho delle perplessità. Già
in Commissione io ho espresso dei dubbi ma, visto che poi i verbali
della Commissione sono molto succinti, ci tengo a ripetere un paio di
osservazioni a cui non ho avuto risposta e speriamo di averla
stasera: l’attuale limite urbano di Trezzano è, per chi
conosce
un po’ l’area, percorrendo la Vecchia Vigevanese verso Milano,
appena prima
del
parcheggio della ex Happening (lì viene delimitato il limite del
sistema urbano di
Trezzano).
Tutta la parte di vecchia Vigevanese da lì in poi non è competenza
del
Comune
di Trezzano, credo che sia competenza della Provincia (ora Città
Metropolitana) e in parte,
per
lo svincolo, della Serravalle(società che gestisce la Tangenziale
Ovest).
Già
faccio fatica a capire perché Trezzano, con il suo Piano di
Riqualificazione, deve
prendersi
carico di costi per ridefinire completamente l’area quando la
riqualificazione
di
quello svincolo dovrebbe essere portata avanti e chiesta agli enti
che attualmente
detengono quell'area: questo è un primo problema già in fase di
costruzione.
Aggiungiamo
poi il problema della manutenzione: anche qui mi piacerebbe capire e
che
venisse
chiarito, una volta definite queste due enormi rotonde su cui
converge tutto il
traffico,
leggero o pesante, proveniente dalle tangenziali, di chi sarà la
manutenzione di
quella
parte di strada? Il Comune di Trezzano ha già i suoi problemi a fare
la manutenzione delle strade che comunali, figuriamoci se dovesse di
fatto acquisire, e inglobare nel tessuto urbano, anche un’area su
cui andrà ad insistere un traffico così pesante.
Nessun commento:
Posta un commento