giovedì 6 aprile 2017

Variante al Piano di Governo del Territorio (PGT)






L'avviso di adozione della Variante n.1 del Piano di Governo del Territorio (ex Piano Regolatore), votata nel consiglio comunale del 22 marzo scorso, è stato pubblicato ieri.
La documentazione sarà visionabile presso gli uffici per 30 gg..
Nei 30 giorni successivi sarà possibile sottoporre le proprie osservazioni.


La mia posizione sulla variante al PGT

Al di là del merito delle singole aree di trasformazione previste dal piano, che dovrebbero essere discusse in dettaglio e con la piena collaborazione di chi conosce al meglio la normativa e i documenti, quello che io contesto, e che ho contestato in consiglio comunale, è l'assoluta incoerenza delle trasformazioni previste con le premesse dello stesso PGT e con il programma amministrativo di questa giunta, presentato e approvato dal consiglio comunale
Anche da punto di vista della partecipazione c'è molto da dire: se anche i cittadini più attenti e preparati e che hanno partecipato alle assemblee pubbliche, non hanno capito cosa stava succedendo, forse qualche dubbio sulla qualità della comunicazione dovrebbe venire. Per non parlare poi dei rapporti con le altre forze politiche: alle assemblee pubbliche sono stai invitati tutti gli operatori, le associazioni del territorio, le società sportive.... ma non le forze politiche e neanche i consiglieri comunali.

La discussione in consiglio comunale

è stata piuttosto accesa (è possibile ascoltarla qui. La presentazione della variante PGT inizia a 1h 11'. La fase di domande a 1h 56'. Il dibattito a 2h55'.)

Qui un riassunto del mio intervento tratto dal verbale:

La variante in discussione non ha sostanzialmente modificato l’impianto del Piano di Governo vigente: in particolare dei 5 macro obiettivi è stato modificato solo il primo, che da “Città dell’abitare” è diventato “Ricostruire la città”.
Nella parte introduttiva della relazione viene detto che troppo presto per dare una valutazione del PGT vigente; io credo che questo sia svicolare un po’ il problema.
Ricordiamoci che il PGT vigente ha subito un iter abbastanza complesso (e sappiamo le ragioni), ma che di fatto è partito con la prima pubblicazione del Documento di Piano nel 2012; poi questo
iter si è interrotto ed è ripreso fino all'approvazione definitiva nel 2014.
Perché mi riallaccio al 2012? Perché in realtà gli ambiti di trasformazione previsti dalla variante non sono cambiati, sono sempre gli stessi, e purtroppo dobbiamo notare che di fatto in questi cinque anni non è partito praticamente nulla, se non un’area, che era l’unica che prevedeva un consumo di nuovo suolo (via Salvini).
Già questo dovrebbe far scattare almeno un piccolo commento e dire: il Piano, così com’era costruito, aveva l’obiettivo di consentire a Trezzano di ritrasformarsi e rigenerare le aree dismesse e semi-abbandonate, ma in realtà su queste 20 aree non si è avviata nessuna riqualificazione.
Il Sindaco ci dice nella sua presentazione che in realtà lui vede dei segnali di ripresa e
che eventualmente, se questi segnali si concretizzeranno potremo anche pensare a nuove
varianti, ma anche in questo io vedo una piccola mancanza di capacità progettuale:
dobbiamo aspettare che siano gli operatori a proporci come verrà costruita la nostra
città?
Se andiamo poi ad analizzare quelli che sono definiti i progetti strategici, quindi il Parco lungo l’asse del naviglio, la ciclo-pedonale nord-sud e la strada Parco, di tutti questi grandi progetti strategici non si è visto proprio niente: questo dovrebbe forse essere un altro
elemento che avrebbe dovuto farci riflettere e avrebbe meritato qualche commento.
Nelle presentazioni fatte alla cittadinanza, anche quella del 13 dicembre, la ciclo-pedonale Trezzano-Cusago, viene addirittura definita in fase di realizzazione,, quando è già stata tolta dal bilancio preventivo l’anno scorso. Nelle opere in fase di realizzazione si parla dell’asilo nido di via Tintoretto, che sicuramente è una cosa molto importante e interessante però, guarda caso, ancora una volta stiamo parlando di consumo di suolo e forse sarebbe utile anche qui riflettere sul fatto che
l’operazione del nido di via Tintoretto deriva addirittura dal Piano Regolatore
previgente, cioè da degli accordi, delle convenzioni scritte credo più di dieci anni fa.
Questo dovrebbe essere un segnale di come i tempi di realizzazione delle opere pubbliche connesse alle aree di edificazione, spesso sono piuttosto lunghe e ritardate rispetto alle
realizzazioni delle abitazioni.
Ho paura che, anche se mi auguro di sbagliarmi, le aree di trasformazione delle zone industriali ce le terremo sul gobbo ancora parecchio.
La novità della variante sono le due grandi aree di intervento: ex-Demalena e Cascina Antonietta.
Demalena è un ambito sicuramente molto degradato all'interno della città, però credo
anche che l’operazione che si sta proponendo rischia di portare nei tempi brevi a una
valorizzazione dell’area, che di fatto acquisirà dei diritti edificatori, ma non è detto che
ci sia una garanzia dell’effettiva trasformazione dell’area nel senso in cui vorremmo.
Senza dimenticare che stiamo parlando dell’edificazione di palazzi che
potrebbero essere di 6-7 piani e dell’insediamento, non ricordo
perfettamente, ma credo di più di 400 persone con tutti i problemi viabilistici connessi. Io non
credo che questa potrà essere una soluzione, quando mai sarà realizzata, che può
veramente aiutare Trezzano a risolvere i suoi problemi.
Peggio ancora l'ambito di Cascina Antonietta, che viene definito, tutto l’ambito di trasformazione, non una parte dell’ambito, come area di degrado; questa definizione viene ripetuta tante
volte nei documenti che la ritroviamo anche nel commento fatto dal Parco Sud.
In realtà dobbiamo ricordarci che l’area di Cascina Antonietta (totale 62.650 metri quadri) è divisa in due sub comparti: uno di circa 18.000 metri quadri, che comprende quell'area dove una volta c’erano otto campi da tennis in terra battuta e l’area dell’attuale ristorante, che non è per niente degradata: il ristorante funziona e funziona piuttosto bene. Intorno ci sono un paio di edifici degradati, ma comunque, considerando degradato tutto il sub-comparto stiamo parlando di 18.000 metri quadri.
Il secondo sub-comparto è costituito da 45.000 metri quadri di terreno agricolo, cioè di terreno
dove adesso hanno seminato frumento – io non me ne intendo, ma immagino che sia
frumento, o comunque un cereale. Un’area assolutamente indistinguibile da tutti i campi circostanti, per cui definire degradata quest’area mi sembra quantomeno improprio. Tanto per dare un parametro a chi magari sta ascoltando e vuole avere un’idea, 45.000 metri quadri sono una decina di campi di calcio, forse 7-8 campi di serie A ci stanno in un’area del genere.
Quindi tutti questi bei propositi di non consumo di suolo, ricostruire la città, eccetera,
uno poi va a ricercarli nelle aree di trasformazione e il totale di tutto che cos’è? E’ che
noi sacrificheremo 45.000 metri quadri di terreno agricolo e anche un commento su
questo aspetto forse sarebbe stato quantomeno corretto, a fronte della riqualificazione di
quella piccola parte di area che attualmente è degradata; certo che fa un po’sorridere per
recuperare 18.000 metri quadri dove c’erano i campi da tennis, quindi non credo che sia
un gran problema recuperarla, sacrifichiamo 45.000 metri quadri di terreno agricolo.
Anche sulla riqualificazione della viabilità e degli svicoli della tangenziale che deriverebbero dal progetto ho delle perplessità. Già in Commissione io ho espresso dei dubbi ma, visto che poi i verbali della Commissione sono molto succinti, ci tengo a ripetere un paio di osservazioni a cui non ho avuto risposta e speriamo di averla stasera: l’attuale limite urbano di Trezzano è, per chi
conosce un po’ l’area, percorrendo la Vecchia Vigevanese verso Milano, appena prima
del parcheggio della ex Happening (lì viene delimitato il limite del sistema urbano di
Trezzano). Tutta la parte di vecchia Vigevanese da lì in poi non è competenza del
Comune di Trezzano, credo che sia competenza della Provincia (ora Città Metropolitana) e in parte,
per lo svincolo, della Serravalle(società che gestisce la Tangenziale Ovest).
Già faccio fatica a capire perché Trezzano, con il suo Piano di Riqualificazione, deve
prendersi carico di costi per ridefinire completamente l’area quando la riqualificazione
di quello svincolo dovrebbe essere portata avanti e chiesta agli enti che attualmente
detengono quell'area: questo è un primo problema già in fase di costruzione.
Aggiungiamo poi il problema della manutenzione: anche qui mi piacerebbe capire e che
venisse chiarito, una volta definite queste due enormi rotonde su cui converge tutto il
traffico, leggero o pesante, proveniente dalle tangenziali, di chi sarà la manutenzione di
quella parte di strada? Il Comune di Trezzano ha già i suoi problemi a fare la manutenzione delle strade che comunali, figuriamoci se dovesse di fatto acquisire, e inglobare nel tessuto urbano, anche un’area su cui andrà ad insistere un traffico così pesante.





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