Questa mattina ho partecipato alle celebrazioni del 4 Novembre, Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate. Una ricorrenza che per mio nonno era importantissima e che lui festeggiava come Anniversario della Vittoria di una guerra che, a vent'anni, si è trovato a dover combattere in prima linea, ricevendo anche una decorazione al valore.
Il mio ricordo del nonno non è certamente di un eroe, ma di una persona molto tranquilla e normalissima. Ma quando ha dovuto, come tanti altri, ha saputo comportarsi eroicamente.
Come lui migliaia di altri uomini chiamati dalla patria a combattere una delle guerre peggiori che la storia ricordi e che ha unito tecnologie moderne e il peggio della disciplina militare. Assalti all'arma bianca contro le mitragliatrici, gas, decimazioni, famiglie divise da un confine e costrette dalla storia a schierarsi su due fronti diversi.
A cent'anni da quella tragedia si possono consigliare tanti libri molto interessanti, per capire, ricordare, vergognasi che un'idea nobile come quella di patria sia stato usata per motivare una simile carneficina e riflettere su come, nel dibattito politico, si stiano riaffacciate le stesse retoriche.
A me fa piacere consigliarvi un racconto di Simona che, prendendo spunto da fatti storici tratti dal diario e dai documenti militari del nonno, ha scritto una storia che mischia ricordi e nomi di famiglia per raccontare una immaginaria, ma simbolica amicizia (per leggerlo clicca su CICATRICI ).
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